la rivelazione del blues
verso la fine degli anni '80 Jeff suona col suo trio per i locali di Toronto. Viene notato da qualcuno che decide di dargli una parte nel film Road House con Patrick Schkjwaizkywjjjwaiz... Patrick Swaichz... Swktks..., ..., creando apposta per lui il personaggio del chitarrista cieco amico del protagonista. Adesso il film è una vera fetecchia, ma talmente brutto che è divenuto a suo modo una icona del film brutto (e mi sembra che abbia vinto pure qualche premio nella categoria "film brutto"). Ma una luce abbacinante risplende in tanta melma: è Jeff Healey, chitarrista dal feeling blues mostruoso, dalla voce negramente blues, e dalla timbrica di chitarra rock, che ti suona una versione aggiornata di Roadhouse Blues, una cover di Dylan, e una Hoochie Coochie Men del maestro Muddy Waters, uno di quei pezzi che smascherano i falsi blues nel giro di una strofa...
vedo la luce
Steve Ray Vaughan dice che Jeff, per il suo particolare modo di suonare, porterà a una rivoluzione della chitarra. Magari questo non succede, ma Jeff veramente tira le corde come mai si era sentito prima, e ha un fraseggio unico (suona con cinque dita sulla tastiera). Il primo disco si intitola "See the Light" ed è un classico del blues di tutti i tempi. Tra i vari pezzi dico una cover da lacrime di Blue Jean Blues dei Zz Top (che dal vivo diventa una improvvisazione di una quarto d'ora), la ballad Angel Eyes, e la title track che cita evidentemente Voodoo Chile nel riff principale, e che sarà per anni il suo pezzo simbolo.
la mia chitarra piange in silenzio
la Jeff Healey Band gira America ed Europa grazie al successo del disco, e viene additata come la nuova promessa del blues, la band in grado di riportare il genere triste in classifica. Vengono anche in Italia al prestigioso Pistoia Blues: io me lo ricordo che ero un bambino e vidi sto concerto su Video Music, se qualcuno ha il video vi prego contattatemi, pago bene. Già dal secondo disco però è evidente che a Jeff non frega niente di essere il paladino di un genere, e lui vuole più di tutto suonare belle canzoni. Nel disco c'è un pezzo scritto per loro da Mark Knopfler, poi qualche pezzo loro niente di che, poi una cover di While My Guitar Gently Weeps (con lo stesso Harrison come ospite) che a questo punto diventa una canzone di Jeff Healey. Questa per me è la cover totale, definitiva.
le cover
poi c'è un terzo disco nel quale prende maggiormente le distanze dal blues, muovendosi ancora più nel genere "canzone". Nel '95 esce un disco di sole cover e questo è il secondo capolavoro della JHB: dal rock d'annata di Stuck In The Middle With You, Badge (un pezzo che Clapton scrisse insieme a George Harrison), la strumentale Shapes Of Things degli Yardbirds, i Creedence Clearwater... al blues: ancora i Beatles con Yer Blues, l'obbligatorio Robert Johnson. Altro pezzo clamoroso è Angel di Jimi Hendrix che sempre una volta che ero bambino lo vidi su VideoMusic suonarla a Segnali di Fumo (il programma con la Maugeri e quell'altro matto) e se qualcuno ce l'avesse io pago bene. Poi tanti anni di silenzio, e infine un album dal vivo nel 99 (al jazz festival di Montreaux - il DVD è obbligatorio) e uno di inediti nel 2000: qualche pezzo clamoroso, altri nella norma.
<<I'm finished with the blues>>
una pugnalata al cuore quando leggo questa intervista in cui dice di aver chiuso col blues, che non è mai stata una priorità, che addirittura non gli piace più il materiale dei primi due dischi. Dice anche di voler incidere dei vecchi brani di jazz degli anni '20 e '30 (pare che Jeff sia stato un collezionista di quei 78 giri per tutta la vita, arrivando a raccogliere 25.000), dove oltre a cantare e suonare la chitarra, suona anche la tromba su cui si esercita da sempre.
e i maghi del jazz
la mia delusione però scompare quando ho modo di ascoltare l'ultimo dei tre dischi jazz di Jeff, il concerto Jeff Healey and the Jazz Wizards. Bellisimo sto disco, sia per la prestazione dei musicisti, che soprattutto per la voce di Jeff che negli anni è diventato un grande interprete. Anche questo, secondo me, è da avere.
Ai dischi in studio bisogna per forza aggiungere i vari bootleg della Jeff Healey Band tra fine anni '80 e primi '90, dove veramente si sente il gigante che era. Ce ne sono parecchi, io consiglio quello che ha l'audio del DVD "JHB Live from London" (in Europa è uscito solo come VHS). Questo è il blues: musica che si suona dal vivo più che sui dischi, pezzi che cambiano forma ogni sera, che parlano del cuore spezzato e che ti fanno piangere, pezzi da farci i duelli con gli altri musicisti a vedere chi è più blues (e qui sto citando Crossroads e Blues Brothers), da fare il numero che suoni la chitarra coi denti, dietro la testa.
Per finire: Jeff Healey e uno dei miei eroi musicali, grande Jeff sei una ispirazione per noi tutti. Ah, tra pochi giorni esce il disco nuovo dove finalmente fa la pace e ritorna al rock e al blues. Evvai!!