Allora, lo stesso Hideaki Anno non ha mai voluto svelare ogni verita' che c'e' in Evangelion, affinche' ognuno possa trovare la sua.
Cio' detto, il messaggio che ha voluto veicolare nell'opera e' molto chiaro, e accettato pressoche' universalmente, e provero' a sintetizzarlo.
Cio' che non e' chiaro, e' invece l'opera in se', sia perche' e' stata appositamente costruita per essere enigmatica (i sibillini commenti di Fuyutsuki in questo sono una sorta di trademark), sia perche' probabilmente l'opera ha subito dei rimpasti in corso che ne hanno minato la coerenza.
Se spesso capita di fruire un'opera d'arte ed arrivare al
cosa senza capire il
perche', in EVA questo rapporto si inverte.
Hideaki Anno e' un uomo affetto da depressione, la sua opera e' un suo tentativo di liberare se' stesso e gli altri da questa condizione, portando un messaggio di speranza.
Sembra ridicolo a dirsi, gli ultimi episodi sono un vero e proprio viaggio verso i piu' profondi ed oscuri meandri dell'animo umano, e ci consegnano due ragazzi che devono ricostruire un mondo distrutto. E' importante pero' riconoscere che Shinji SCEGLIE in liberta' affinche' l'uomo non perda la sua umanita', cancellando il Progetto per il Perfezionamento che avrebbe portato il genere umano ad evolversi (o a dissolversi) in qualcosa di
altro. La sua e' una scelta dettata dal coraggio e dalla speranza di poter ricostruire, su basi umane, un mondo migliore.
Ma torniamo all'inizio, e ripercorriamo in breve la storia dei due protagonisti, Shinji ed Asuka.
Sono due ragazzi dall'animo vuoto, egoisti, incapaci di amare ed aprirsi al prossimo per paura di esserne feriti.
I due, certamente, non ne hanno colpa, Shinji perde la madre in tenera eta', e Gendo, eufemisticamente, non si dimostra esattamente il genitore ideale, Asuka deve sopportare i deliri e la follia della madre. A margine e' importante sottolineare che questa condizione psicologica riflette la condizione sociologica propria del popolo giapponese in cui i ragazzi diventano adulti prima del tempo (si pensi in primis al sistema scolastico). Mentre nelle produzioni occidentali i ragazzi sono in contrasto con i propri genitori per poter acquisire lo status di adulto, Shinji e' in continua lotta con il padre per poter essere riconosciuto come suo FIGLIO.
Ovviamente gli adulti non sono da meno, Misato e' una persona concentrata unicamente su se stessa e sulla sua carriera, ci prova anche a fare da "mamma" a Shinji, ma con risultati mediocri. Incapace di amare, non vuole impegnarsi nella sua relazione con Kaji dopo la famosa settimana passata con lui tra le lenzuola. Anche lei contemporaneamente carnefice e vittima della scomparsa del padre in tenera eta'.
Gendo, chiuso per natura, si rinchiude definitivamente nel suo bozzolo dopo la scomparsa della moglie Yui, l'unica persona capace di comprende il suo animo gentile (parole sue...).
C'e' UN personaggio positivo nella serie ed e' Kaji, l'unico capace di aprirsi al prossimo, l'unico capace di amare (lui era CERTAMENTE intenzionato ad impegnarsi con Misato), l'unico capace di parlare a Shinji da uomo a uomo, nel celebre dialogo in cui, in un campo di angurie da lui stesso coltivato, intima a Shinji di salire sull'EVA non per dimostrare qualcosa a Gendo, a Misato o lui stesso, ma perche' e' l'unico in grado di salvare l'umanita' dal disastro. Ironicamente e' percepito dagli altri come un playboy fanfarone.
Non voglio dilungarmi invece su Rei, proprio perche' non umana, personaggio interessantissimo sia in se', sia nelle relazioni con gli altri, porta in se' topos propri della fantascienza classica (rapporto tra "anima" e materia, autodeterminazione, esistenzialismo) ma esula dal messaggio molto "umano" che Anno vuole veicolare. Inoltre, come si scopre alla fine, e' anche involucro dell' "anima" di Lilith, cosi' come Kaworu/Tabris e' involucro dell' "anima" di Adam. Da ragazzo Rei era il mio personaggio preferito, ma poi ho maturato la convinzione che forse Anno l'avesse fatta un po' fuori dal vaso.
Ma torniamo ai nostri protagonisti, essi sono accomunati dallo stesso vuoto, che esprimono con caratteri opposti, tanto e' introverso uno, quanto estroversa ed apparentemente decisa e sicura di se' l'altra. Per questo motivo, alla prima visione, ho sempre pensato che Shinji fosse la vittima ed Asuka la carnefice, non comprendendo l'intimo egoismo del primo. Shinji, dopo una lenta, ma costante maturazione, subisce una regressione improvvisa quando entra in scena Kaworu. Per la prima volta si sente amato, per la prima volta nella sua vita si sente considerato. Come sappiamo l'amore di Kaworu non e' qualcosa di umano, e' una amore che da' tutto e non vuole nulla in cambio, Shinji nel suo rapporto con Kaworu non fa altro che alimentare il suo ego, ma in cambio non da' nulla. Intanto dimentica totalmente un'Asuka moralmente a pezzi, caduta in depressione, sull'orlo del suicidio.
Shinji paghera' il prezzo dovendo annientare l'unica persona ad averlo "amato" di suo pugno, e solo allora si ricordera' di Asuka, ma la celebre (e da molti criticata) scena della masturbazione sul letto di ospedale la dice lunga sui "sentimenti" che provava per lei.
Tuttavia, nel momento della fine del mondo, nel momento in cui gli AT field (aka le barriere dell'animo) degli esseri umani si spezzano, nel momento in cui gli uomini possono dissolversi in un'unica entita' divina, privati della capacita' di ferire e di essere altrui essere feriti, Shinji ricorda i bei momenti umani, molto umani, passati con i suoi compagni di avventura e di sventura, e in un atto di coraggio, chiede a Rei III / Lilith di invertire il processo per il perfezionamento dell'uomo.
Rei, che non e' la Rei II ossessionata dal desiderio di compiacere Gendo, lo accontenta.
"Chiunque potra' tornare ad assumere forma umana".
Ecco, questo e' il messaggio che Gendo voleva trasmettere con la sua opera, o almeno e' quello che io ho captato e che ho provato in due parole a sintetizzare, anche se e' stata materia di tesi di dottorato in psicologia.