Di cose da dire ce ne sarebbero parecchie, fatto sta che in entrambe le campane ci sono opinioni e dati condivisibili. Qui un breve sunto, per quel che so.
Da un lato ci sono i presunti vantaggi: fumare cannabis non vuol dire necessariamente fumare qualcosa di naturale, dipende anche dal suo "formato", almeno per come viene prodotta al momento. In secondo luogo, come già detto da Rabe, l'aspetto curativo\analgesico è sì presente, ma questo non vuol dire che si stia parlando di una panacea per tutti i mali, potrebbe anche darsi che ci siano anche altri farmaci legali e con profili farmacologici migliori per gli scopi, il che potrebbe spiegare il senso del non preferirla ad altro (stesso discorso che si può fare per la fitoterapia). Gli effetti "positivi" possono comunque potenzialmente ledere il funzionamento sociale della persona (stesso discorso che vale per l'alcool, ci mancherebbe).
Sulla questione del "non fa male": anche qui ci sono dati che direbbero altro, soprattutto in relazione ad abuso cronico che potrebbe portare a lesioni cerebrali (soprattutto della corteccia prefrontale) che potrebbero manifestarsi con alterazioni cognitive\comportamentali permanenti (sindromi apatico-demotivazionali), o addirittura a manifestazioni psicotiche fino a slatentizzazione di schizofrenia in soggetti predisposti. Questo va considerato anche nell'ottica di una maggiore concentrazione di principio attivo fumabile oggi, rispetto a quello che ci si fumava decenni fa.
Inoltre c'è la questione dell'induzione nell'abuso di altre droghe: questo è in realtà possibile, perché, se la cannabis non da dipendenza fisica, da comunque dipendenza psicologica, che ruota attorno a circuiti neuronali di gratificazione che vengono potenziati e che inducono alla ripetizione dell'esperienza "positiva". Il punto è che questi circuiti neuronali verrebbero potenziati in generale, facilitando l'approccio ad altre sostanze; è quello che succede in chi smette di fumare ed inizia a mangiare come un ossesso, visto che questi circuiti sono ovviamente coinvolti anche nelle dipendenze "comportamentali".
Poi è chiaro che si tratti di un fenomeno sociale inestirpabile con il proibizionismo, che anzi fa danni sia di salute (mancato controllo del prodotto) che economico (gestione a carico della malavita), ma questo non implica una gestione semplicistica.
Poi oh, io non sono contrario alla legalizzazione, anzi, ma questo è un po' un sunto "oggettivo" della situazione per quel che so io
