
Rubo l'introduzione a un sito di recensioni che consulto da anni: Nei Young, nei primi '90 è tornato alla ribalta come il padrino del grunge (è citato anche nella lettera di Kurt Cobain suicida), additato come il vecchio nonno della chitarra distorta, l'originatore, trottando per i palchi di mezzo mondo a dimostrare che i veri rocker non diventano vecchi.
In realtà Nello ha cercato per tutta la sua carriera di essere innovativo, passando dal folk-rock al country-western al blues, all'industrial, al synth pop, al rockabilly, al punto che ha occasionalmente confuso i suoi stessi fan.
Di Neil Young ho poco e non mi aveva mai colpito tantissimo: ok, bello il primo dei CSNY Deja-Vu; un mezzo disastro il disco dal vivo 4 Way Street, dove però tutti e quattro sfoderano qualcosa di ottimo. Ho anche un disco degli anni 80, This Note's for You, che comprai perché mi piaceva un sacco il video della title track, ma non è sto grande disco.
Ma ultimamente sono rimasto folgorato da Harvest Moon, il disco sequel, a distanza di 20 anni, del fortunato Harvest del '72: un folk rock che mi fa venire i brividi, mi rasserena nel traffico della litoranea e mi trasporta idealmente in un mondo simile a quello dei migliori film western. Disco spaventosamente bello, con una chitarra lap steel slide o come si chiama che non posso che inchinarmi, delle melodie vocali uniche e una chitarra acustica estremamente zappata per fini artistici.
Neil è un taglialegna che scrive e canta canzoni d'amore, un Bud Spencer canadese, ed io ne sono da poco innamorato. Parlatemi di lui.
PS l'ultima volta che ho scritto quella cosa all'inizio, mi avete risposto: anche i Triumph, le sorelle Wilson (Heart), Bachman Turner Overdrive, Bryan Adams, Harem Scarem, Alain Caron e i suoi Uzeb. Chi vuole può aggiungere alla lista.