La band avrebbero dovuto aspettare molti anni dopo il loro scioglimento per ricevere un qualche riconoscimento al di fuori della loro città natale.
I Bulbous Creation furono formati dal bassista Jim "Bugs" Wine e dal chitarrista, cantante e compositore Paul Parkinson. Parkinson iniziò a suonare la chitarra in una manciata di gruppi improvvisati, durante gli anni del liceo.
Nel 1966 Wine si arruolò nell'esercito e, al suo ritorno, si stabilì a Kansas City, Kansas. Wine era desideroso di formare una band e un annuncio su un giornale lo mise insieme a un talentuoso chitarrista, Alan Lewis.
Sì unì anche un abile batterista, Chuck Horstmann. Parkinson, fu presto invitato a unirsi al gruppo per contribuire con testi e voce (la tastierista Lynne Wenner, si univa occasionalmente al gruppo sul palco).
Lewis era propenso a chiamare la nuova band Bulbous, il che non andava giù ai suoi compagni di band, ma quando qualcuno suggerì di aggiungere Creation al soprannome, il gruppo accettò il nuovo nome.
I Bulbous Creation suonavano quasi esclusivamente materiale originale. Nel 1971 la band investì un solo giorno di registrazione al Cavern Sound di Independence (del Missouri) e registrarono otto canzoni, sufficienti per un album.
Tuttavia, prima che la band potesse raccogliere i fondi per stampare l'album, Parkinson lasciò il gruppo, preferendo una carriera solista. L'album dei Bulbous Creation rimase inedito fino al 1995, quando un collezionista lo scovò
Si tratta dell'archivista Rich Haupt, che si imbatté in una copia della sessione e la pubblicò sulla sua etichetta Rockadelic Records. Questa pubblicazione costruì una reputazione di culto per la musica potente e cupa dei Bulbous Creation.
Ma passiamo alla musica, l'album inizia con "End Of The Page", quasi un'introduzione, una malinconica ballata psichedelica. Il vero inizie è affidato a "Having A Good Time", un hard rock dal feeling dark, con un buon assolo finale.
Con "Satan" i ritmi si fanno più lenti, un hard/blues, dalle atmosfere quasi voodoo. Il capolavoro dell'album arriva con "Fever Machine Man", dove sembra di sentire Hendrix che coverizza i Black Sabbath, buono l'uso dell'organo.
Con la lunga "Let's Go To The Sea", siamo dalle parti dei quattro di Birmingham, che sono accompagnati da una batteria quasi tribale. Si prosegue con "Hooked", un lento hard/blues, con un testo che parla di satana e del mal di vivere.
La veloce "Under The Black Sun" è un hard'n'roll, con un ottimo organo ed i testi che parlano di occultismo. Si conclude l'album con "Stormy Monday", un mega blues, notturno e fumoso. Un giusto finale, per una album mistico e oscuro.
Tutto l'album: https://www.youtube.com/watch?v=poSpxzS ... OA&index=1
