Ashes ha scritto:
Vedi che gni tanto tra i metallari qualcuno con un po' di cervello c'e'!

Se la linea di "Structural Damage" ti e' piaciuta e vuoi approfondire, ti consiglio anche "Stressfest" e volendo anche "Split Decision" (anche se a mio parere nel complesso sono un pelo inferiori, specie il secondo, al loro predecessore)
Mai messo in dubbio che ci siano, è che a me non piace troppo sentirli perché, come spiego nell'intervento che hai quotato, sono costretti a piegare il loro stile a degli ovvi compromessi.
Ashes ha scritto:
E' uno dei tanti motivi che col tempo mi ha fatto prendere le distanze dal metal...il basso e' un grandioso strumento, affossarlo e' un crimine, suonarlo per scusa lo e' ancor di piu...
Nuuuuu, il metal mi piace ancora. Certamente meno di quando ero piccolo, ma non mi sognerei mai di abbandonarlo solo per questo.
Differente il discorso per quanto riguarda il basso.
Come dicevo sempre in questo thread, per me l'80% dello stile di un bassista è dato da come se la cava nel concepire le linee di basso, ed il 20% (forse anche meno), dalla sua bravura tecnica e dagli eventuali assolo.
Ora, quando ti trovi a dover suonare su una base a 200 bpm, con quartine di doppia cassa, chitarre come seghe elettriche, un cantante che nella migliore delle ipotesi urla come un eunuco, e nella peggiore rutta come un lavandino, ti trovi di fronte a tre scelte:
- tieni più o meno toniche a pedale per tutto il pezzo, dando la "panza" alle chitarre ma annullandoti come musicista, o al massimo facendo qualche svisata ogni tanto quando ce n'è occasione (come faccio io negli Stormlord, e non mi vergogno ad ammetterlo. Il ché forse non è neanche un male dato che sono una sega

). Insomma, sacrificandoti sull'altare di un suono colossale che però ti lascerà sempre in secondo piano.
- cerchi di farti notare con scale velocissime, spesso eseguite su un registro alto (altrimenti non si sentono), e complicando il più possibile le linee per differenziarle da quelle della chitarra, combinando il più delle volte un bordello sonoro pazzesco (qualcuno ha detto DiGiorgio?).
Poi ci sono delle eccezioni chiamate Alex Webster (Cannibal Corpse), ma sono raaaaaaaare.
- te ne freghi e suoni con uno stile fusion una cifra intellettuale, non c'entrando un cazzo col tipo di musica proposta, facendo spiccare il tuo basso solo in sede di mixaggio e venendo sommerso dal marasma sonoro in sede live.
Ciò che proprio non mi convince nel basso applicato al metal, e per metal non intendo roba alla Steve Morse, ma classici che vanno dai Metallica ai Deicide, è la forzata assenza del tocco (e di conseguenza anche del groove).
Il povero bassista è costretto giocoforza a pestare come un pazzo sullo strumento, dato che la distorsione satura della maggior parte delle chitarre non lascia la possibilità di colorire il sound in altra maniera che non sia quella di suonare con un randello (non a caso la stragrande maggioranza dei bassisti metal usano il plettro, che a parte rari casi - Chris Squire - rappresenta la morte della dinamica).
Idem per la tecnica.
La concezione di bravura tecnica nel metal è oramai vista solo in funzione della velocità esecutiva. Si vanno perdendo sempre più quei fraseggi fatti con poche note di gusto, di cui "Moonlight Sonata" di Marcus Miller è il perfetto manifesto.
Questo non perché tutti i bassisti metal siano delle scarpe, tutt'altro. negli ultimi tempi ho notato un incremento dell'abilità dei bassisti nel mondo del metal. E' che non hanno altra scelta.
Io comunque risolvo il problema alla radice. Se ho voglia di un po' di sana energia mi sento un bel gruppo aggressivo e mi godo la totalità della musica.
Se ho voglia di godermi un po' di basso suonato bene ho a disposizione una larga scelta di album che vanno dai Weather Report ai solisti di Wooten.
C'è anche la sana via di mezzo dell'hard rock, con band come Led Zeppelin, Black Sabbath, The Who e Deep Purple capaci di darmi sia l'impatto del rock che uno stile "bassistico" forse non troppo raffinato, ma dannatamente "groovoso".