rabe ha scritto:
Inutile continuare...
Rispondetemi a questo: se un poliziotto vede uno che sta distruggendo una vetrina/incendiando una macchina, cosa deve fare? Chiamarlo e dire "scusa, gentilmente, potresti interrompere il tuo atto vandalico?"... E' questo che ritieni per "far rispettare l'ordine pubblico" Satà?
Personalmente, se vedo uno che mi sta dando fuoco alla macchina, me lo manganello di persona...
Per rispondere a Grampy: domandati PERCHE' è stato barbaramente trucidato... Il povero Placanica, non doveva essere lì, è vero, era solo una recluta, ma il Coglione (Giuliani) non doveva essere lì con un estintore in mano, pronto a tirarlo contro i CC...
Una persona INTELLIGENTE, non va in giro a lanciare estintori, e una persona altrettanto INTELLIGENTE, non dovrebbe giustificare chi lo fa (anche solo per campanilismo)...
Un'altra domanda: voi dite Carlo Giuliani aveva ragione, e non accettate il fatto che la cosa possa essere criticata.
Io dico "la polizia ha fatto il suo dovere" (ammettendo comunque tutte le colpe che hanno avuto), e mi date del fascista (vero,

).
Questo è la solita mentalità sinistroide che si crede dalla parte del giusto e della ragione.
Bene, provo a risponderti io. Se un poliziotto vede uno che sta deliberatamente causando danni, è un suo preciso dovere intervenire. Nello specifico, se un gruppo di teppisti (non so come definirli altrimenti) assalta supermercati, banche, agenzie interinali nella zona di Terralba e S. Fruttuoso, sfascia auto, tenta di sabotare un distributore di benzina, si dirige verso le carceri di Marassi dove cominciano a lanciare qualsiasi cosa contro il portone di ingresso, la polizia che dovrebbe fare? Intervenire, giusto?
Invece no. La polizia si limita a guardare a distanza questi (che escono con prosciutti interi da un SuperBasko, fra le altre prodezze), e preferisce concentrarsi su obiettivi molto più semplici, ovvero qualsiasi gruppo di manifestanti apparentemente meno agguerriti di questi. I "meno agguerriti" sono sia quei pericolosi sovversivi di Piazza Manin (soprattutto suore e operatrici di gruppi di solidarietà), o ragazzini isolati che non riuscivano a capire cosa stesse succedendo, che ovviamente buscano quelle dell'orso senza forza né coraggio di reagire, sia parte del corteo dei centri sociali, dove notoriamente non ci sono tutti questi agnellini, ma che al momento si limitava a slogan, qualche fumogeno e un po' di scritte sui muri. Risultato? Il casino più totale.
A tutti va la merda al cervello, ai poliziotti così come ai mille Carlo Giuliani di quel giorno. Finiamola di parlare di Giuliani come un martire o un eroe o un pericolo pubblico: era uno come tanti altri in quel corteo, che trovatosi nel casino ha reagito come l'istinto gli ha suggerito di fare. L'estintore non se lo è portato da casa, avrebbe potuto lanciare un sasso o una scatola di caramelle, una spranga o una scarpa, la prima cosa che ha trovato. A lui è andata male, si è trovato davanti uno più fuori di testa di lui, che si è trovato chiuso in trappola con un'arma vera in mano e nessuna idea di ciò che dovesse fare. Ha sparato, mors tua vita mea. E da lì il delirio è stato definitivo, perchè la merda al cervello se la sono tenuta tutti fino almeno alla sera del giorno dopo.
Questo è il modo in cui sono andate le cose in quel giorno. Mentre i responsabili dei saccheggi e delle distruzioni sparivano lungo le scalinate che da Marassi salgono verso Manin (con evidenti appoggi locali, visto l'itinerario che hanno seguito), le forze dell'ordine sceglievano l'obiettivo più facile e redditizio. Colpirne uno per educarne cento...peccato che questo fosse lo slogan delle Brigate Rosse.