Allora, mutuo acquisto prima casa di 100.000 euro, 30 anni, con possibilità dopo 3-4 anni di arrivo di liquidità (tfr) con contestuale abbattimento del capitale (direi di almeno 2/3 o quasi la metà) oppure speranza di passare a mutuo INPDAP con tassi agevolati.
tasso fisso: sarà pure sicuro ma rischio di pagare una quota interessi alta a fronte di una capitale misera (cioè su 600 euro pagherei circa 500 di interessi) e dopo 3-4 anni mi troverei ad avere estinto 3600 o 4800 euro solamente del capitale;
tasso variabile: insicuro, anche se in un anno pagherei più capitale rispetto al fisso (circa 400 euro), il timore di un'impennata e l'incertezza sul futuro dei tassi mi franano molto;
tasso variabile con tetto massimo; sembra, dico sembra, che a parità di tasso quello fisso garantirebbe comunque una rata notevolmente più bassa.
tasso variabile a rata costante: a quanto sembra la rata è sempre la stessa ma varia la durata del mutuo a variare dei tassi, con possibilità di maxi rata finale. Ecco, per esempio questa categoria potrebbe fare al caso mio, perchè, nell'ottica di una parziale estinzione godrei nei 3-4 anni dei benefici del variabile, salvo poi rimpinguire la banca con liquidità o passare all'inpdap, escludendo il pericolo di pagare praticamente l'affitto alla banca per tutta la vita. Sembra che però la rata si adegui comunque agli indici Istat, che in termini economici potrebbe significare quanto in più da anno in anno?
Bah, alla fine oggnuno ha dei vantaggi e dei svantaggi, se solo avessi la sfera di cristallo...