Allora, qualche giorno fa ho comprato "Grace".
Di Jeff conoscevo pochissimo, solo la canzone che da il titolo al disco e la rivisitazione di Hallelujah, oltre alla sua breve vita e storia artistica.
Insomma metto su il cd e lo ascolto bene una sola volta, quindi al momento mi ci sono immerso molto poco; al di là dell'indubbia bravura vocale e della carica emozionale che trasmette, che per definizione è estremamente soggettiva, mi sono ricordato che di Jeff si è parlato in svariate occasioni; una di quelle che mi era rimasta più impressa era legata ad un commento de @Il Criceto Fuxia all'interno del thread dedicato ad Ok Computer dei Radiohed e precisamente questo:
Riprendo proprio quest'ultima frase: ai miei occhi (o meglio alle mie orecchie) da profano, che nulla sa di tecnica e di teoria, questo unico ascolto al momento non ha fatto percepire questa "sberla"; intendiamoci, non sto discutendo della bellezza, della bravura, ecc. ecc. ma del fatto che, mentre le tracce scorrevano, sentivo del rock (venato di folk), coerente con il periodo storico ed estremamente ben fatto ma ... stop.Il Criceto Fuxia ha scritto: ↑12 febbraio 2012 13:41e allora non sono d'accordo.sir_lollo ha scritto:paranoid android
una serie di giri arpeggiati iniziali con corde a vuoto e semplici modulazioni di bassi e poi fasi simil-noise non qualche dissonanzina ad effetto buttata lì, non mi sento di chiamarli innovativi.
in fatto di questo, jeff buckley, l'ultimo che veramente a livello armonico ha messo carne al fuoco nel rock, gli ha dato una sberla.
Ripeto, io di teoria e di tecnica non ci capisco una mazza, e proprio per questo mi rivolgo al Criceto (se ancora ci legge) piuttosto che a chiunque altro voglia e possa rispondermi: dove starebbe questa "carne al fuoco" che Jeff ha messo nel rock a livello armonico? Se me lo illustrate mi fate un favore perché sono davvero curioso di capire.